“Ma quale poeta e maestro: frocio e pedofilo, era questo“. Sono queste le parole che oggi si leggono sotto la stele di Pasolini a Ostia e che portano la firma di Militia, gruppo di estrema destra. Proprio lì, all’Idroscalo di Ostia, l’intellettuale italiano trovò una morta violenta, tra l’1 e il 2 novembre del 1975.
Ma non solo offese e insulti nei confronti del maestro: il monumento eretto per ricordarlo, infatti, è stato danneggiato con lastre e vetri spaccati. A scoprire il danneggiamento sono stati i volontari della Lipu che gestiscono il Centro Habitat Mediterraneo. Dure le parole del presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, che ha parlato di “atto vigliacco nei confronti di un grande italiano e di un grande intellettuale” e che ha detto di essere pronto al ripristino dell’opera.
“E’ un fatto di particolare gravità – commenta il presidente della Lipu, Fulvio Mamone Capria – organizzato da persone che predicano e praticano la violenza e la sopraffazione e non si fermano nemmeno dinanzi alle pacifiche testimonianze della memoria. Sono eventi che certamente spaventano ma che, pur contraddistinti dalla violenza della distruzione fisica, sono privi della forza di fermare la cultura, specie quella della poesia, del dialogo, dell’apertura al mondo. Contribuiremo a rimettere le cose a posto, anche attraverso un evento simbolico speciale”. Anche Roberto Giachetti, candidato sindaco del Pd a Roma, ha espresso il suo sdegno nei confronti dell’azione vandalica: “Potete distruggere la sua lapide, ma non riuscirete mai a cancellare la storia straordinaria di un grande intellettuale italiano
Visualizza Commenti
Sulla lapide di chi ha danneggiato la stele di PPP bisognerebbe scrivere: "fascista e ignorante". A parte la volgarità e il disprezzo insiti nella parola "frocio", si insiste a equiparare l'omosessuale al pedofilo: si tratta di due cose diverse. Anche pedofilo non calza, perché PPP non andava con i bambini.