Dopo una settimana di passione, che più passione non si può, arriva la Pasqua, la principale solennità per i cristiani che celebrano la Resurrezione di Gesù tre giorni dopo la morte.
La nostra settimana di cronisti era iniziata con il drammatico incidente stradale di Tarragona, in Spagna, che è costato la vita a 13 ragazze, sette delle quali italiane. Appena il tempo di mettere in piedi il classico “rituale della commozione e della commemorazione”, tipico dei media – con articoli di fondo delle più autorevoli firme – che abbiamo dovuto “sterzare” sull’ennesima drammatica faida “in nome di Dio” nei confronti dell’Europa: l’attacco all’aeroporto di Bruxelles e alla stazione della metropolitana, le nuove vittime innocenti del terrorismo internazionale, le scene di panico, le stesse dichiarazioni di apprensione di tutti i leader mondiali che spesso sembrano la fotocopia di quelle dello scorso novembre, quando sotto attacco finì Parigi, e che ancora più spesso sembrano frasi di circostanza che non hanno in sé nemmeno la forza di stimolare una riflessione.
Assolviamo con scrupolo al dovere di cronisti ma ogni tanto ci sentiamo imbecilli a tirare fuori somme e ragionamenti tipici dei corsivisti illuminati che hanno il dovere (e talvolta il piacere) di spiegarci il perché di tutti i mali del mondo.
Siamo sempre più storditi da un mondo che non riconosce più nessun tipo di valore vero – se non quelli delle Borse -, che insegue la frenesia del nulla e rinnega nei fatti i principi della solidarietà umana e dell’onestà intellettuale, che si concede il lusso di qualche lacrima di rappresentanza prima di tornare a navigare nel mondo, senza alcuna bussola di buonsenso.
Sarà forse per questo che ci sono sembrate ancora più ammirevoli e profonde le parole del Papa al termine della via Crucis, pronunciate senza veli di ipocrisia e con l’autorevolezza di un vero leader mondiale (e non solo leader della cristianità), per ricordarci la “croce della nostra egoista e ipocrita società”, i crimini di chi “profana il nome di Dio e lo utilizza per giustificare inaudite violenze”, l’immoralità di “chi rovina il futuro delle prossime generazioni”.
“L’alba del sole è più forte dell’oscurità della notte”, ci ha ricordato Bergoglio. Ma c’è qualcuno davvero disposto a fermarsi un attimo e ad ammirare la bellezza dell’alba del sole?