Il ‘Giorno di Silenzio’, sabato, vigilia di Pasqua, il giorno della riflessione prima della celebrazione della Pasqua. Papa Francesco ha chiesto ai cristiani di riflettere e attendere la Resurrezione di Cristo. Il Pontefice, dopo la Veglia Pasquale a San Pietro, con i riti di benedizione dell’acqua e del fuoco, conclude le celebrazioni con la Santissima Messa della domenica suggellata, come sempre a mezzogiorno, dalla benedizione Urbi et Orbi di Papa Francesco, impartita dalla loggia centrale della Basilica Vaticana.
Settimana Santa 2016 all’insegna della misericordia e dei temi attuali, dall’immigrazione al terrorismo, dalla famiglia ai soprusi e alle violenze. Una Pasqua, mai come questa volta, attuale e vicina a tutti i cristiani.
Il mondo “è assetato di speranza e la Chiesa deve fare il possibile per suscitarla e diffonderla” ha detto il Pontefice. “Dimentichi di noi stessi, come servi gioiosi della speranza, siamo chiamati ad annunciare il Risorto con la vita e mediante l’amore; altrimenti saremmo una struttura internazionale con un grande numero di adepti e delle buone regole, ma incapace di donare la speranza di cui il mondo è assetato”, dice nell’omelia. La speranza, sottolinea, “non è semplice ottimismo, e nemmeno un atteggiamento psicologico o un buon invito a farsi coraggio. La speranza cristiana è un dono che Dio ci fa, se usciamo da noi stessi e ci apriamo a Lui”.
Il “Consolatore non fa apparire tutto bello, non elimina il male con la bacchetta magica, ma – continua – infonde la vera forza della vita, che non è l’assenza di problemi, ma la certezza di essere amati e perdonati sempre da Cristo, che per noi ha vinto il peccato, la morte e la paura”.
“Oggi è la festa della nostra speranza – aggiunge a proposito della Pasqua -, la celebrazione di questa certezza: niente e nessuno potranno mai separarci dal suo amore”. Per il Papa, “il Signore è vivo e vuole essere cercato tra i vivi. Dopo averlo incontrato, ciascuno viene inviato da Lui a portare l’annuncio di Pasqua, a suscitare e risuscitare la speranza nei cuori appesantiti dalla tristezza, in chi fatica a trovare la luce della vita”.