Alla fine la fumata bianca c’è stata e ad annunciarla è stata la Finlandia. Unione europea e Turchia hanno trovato un accordo sulla gestione dell’emergenza immigrazione. Lo ha reso noto il premier finlandese, Juha Sipilä. Il testo, che è stato poi sottoposto dal presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ai 28, prevede che i rimpatri in Turchia dei migranti arrivati illegalmente in Europa cominceranno dal 20 marzo, che si acceleri sul finanziamento da 3 miliardi ad Ankara e che vengano aperti i lavori per l’adesione della Turchia all’Ue.
“Sono tornato a Bruxelles per un nuovo vertice: questo dimostra che le relazioni Ue-Turchia e l’adesione della Turchia all’Unione europea sono importanti non solo per i rapporti tra la Ue e Ankara ma per tutte le questioni internazionali“. Questo aveva dichiarato il premier turco, Ahmet Davutoglu, a margine dei nuovi incontri con i vertici dell’Ue, lasciando intendere come fosse pronto a dire sì all’ultima bozza di intesa con l’Unione europea.
Dopo lo stop di ieri, ecco l’ottimismo della mattinata: “Riprendiamo le consultazioni e sono certo che raggiungeremo i nostri obiettivi di aiutare i rifugiati e di rafforzare le relazioni Ue-Turchia”. Ed intanto è stata rivista la bozza dell’accordo Ue-Turchia sui profughi.
“I migranti in arrivo sulle isole greche saranno registrati debitamente e ogni richiesta di asilo sarà esaminata individualmente dalle autorità greche in accordo con la direttiva sulle procedure di asilo”, si legge ora. Rispetto al testo precedente è stata aggiunta la parola “individualmente”, per sottolineare che non saranno compiute operazioni di massa.
Ieri notte una fumata grigia, quindi, da Bruxelles al termine della prima giornata dei lavori del vertice europeo sui migranti. I 28 leader hanno analizzato la nuova bozza della dichiarazione congiunta Ue-Turchia. Ma Ankara si era detto non soddisfatta.
La Turchia vorrebbe insomma un maggiore impegno sui soldi e sull’apertura dei capitoli per il negoziato di adesione all’Unione. Sarà inoltre difficile trovare l’intesa sui rimpatri e sulla delicata situazione di Cipro.
Nicosia infatti ha posto un veto all’adesione della Turchia all’Unione fino a quando Ankara non riconoscerà i passaporti ciprioti e non permetterà a navi e aerei del Paese Ue di usare i suoi porti ed aeroporti. “Vedremo se si riuscirà a trovare l’accordo”, ha quindi detto premier Renzi al termine dei lavori.
“Se vogliamo dare una mano a ridurre l’immigrazione selvaggia, l’unica cosa è fare investimenti nei Paesi d’origine. Serve una politica di investimenti Ue in Africa e una politica gestita e pagata dall’Unione sui rimpatri”, ha spiegato poi il presidente del Consiglio.