Per il Torino, dopo un ottimo avvio, è stato certamente un campionato deludente. Solo 33 i punti in classifica e la sensazione che un ciclo, quello di Giampiero ventura, sia giunto al termine.
Il tecnico genovese, ormai da 5 anni sulla panchina granata, ha oggi sfruttato i canali web della società per pubblicare una lettera aperta ai tifosi in cui ripercorre queste annate e lancia un appello ai tifosi, a rimanere uniti e sostenere la squadra, soprattutto in vista del derby di domenica contro la Juventus. Una lettera, carica di orgoglio, riconoscenza, ma anche amarezza per la stagione in corso che sa tanto di preambolo ad un addio a fine stagione.
Qui un lungo estratto: “Il colloquio dell’altro ieri con i tifosi, anche attraverso una esplicita richiesta di alcuni dei presenti, mi ha fatto comprendere la necessità di comunicare senza filtro direttamente con voi tifosi, ed è per questo che vi scrivo.
In questo lasso di tempo, sono cambiate molte cose. Da una squadra con pochi giocatori di proprietà a una rosa con i migliori giovani e tutti vincolati al Torino. E oltre alla riconquista della serie A, un Settore giovanile tornato florido e vincente, il Filadelfia sempre più vicino alla rinascita e tra poco anche un Centro sportivo moderno e funzionale, grazie alla crescita della Società. Ma soprattutto, poco alla volta, in questi anni mi avete fatto capire che cos’è il Toro. Orgoglio, passione, senso di appartenenza. Sono estremamente orgoglioso d’essere da cinque anni l’allenatore del Toro: è il grande club che finalmente ho potuto raggiungere dopo una lunga carriera.
Per la prima volta in termini di risultati il nostro lavoro non corrisponde agli sforzi prodotti e alle aspettative acuite anche da un eccellente inizio di campionato. Siamo in difficoltà, è evidente, ma dobbiamo restare uniti, non è questa l’ora di stilare bilanci: per quello ci sarà tempo a fine campionato, dopo il 15 maggio. Nella settimana del derby e prima di altre otto partite che devono dare risposte importanti occorre rafforzare il legame tra la squadra e chi davvero ama il Toro.
Tutti uniti in nome di questa maglia. Guai dividerci ora. Nel calcio non si vive di parole, sono il primo a crederlo, lo dico da sempre: contano il lavoro e la professionalità, non gli slogan e le frasi fatte. Però le parole sono pietre: una sull’altra, cementandole con lo spirito giusto, servono a costruire ciò che serve. Ma se vengono usate per altri scopi, fanno solo male.
Siamo i primi a essere delusi dagli attuali risultati, ma adesso dobbiamo trovare dentro di noi la forza per reagire: non buttiamo via tutto, non facciamoci del male da soli, restiamo compatti. Grazie e Sempre Forza Toro”.
(Fonte: Torinofc.it)