Chi non ha mai ricevuto un uovo di cioccolato a Pasqua? La risposta è semplice. Forse sarebbe meglio chiedere: fino a che età si riceve l’uovo di Pasqua? Uno dei simboli di questi giorni è il dolce che attraversa trasversalmente tutte le generazioni; per grandi e piccini l’uovo di cioccolato ha un ‘fascino particolare’. E se per i più piccoli, la bellezza dell’uovo sta nel cioccolato e allo stesso tempo nella sorpresa, per i grandi è un vero tuffo nel passato, fatto di bontà e a volte di eccezionali…sorprese.
Ogni anno la scelta dell’uovo dipende spesso dalle marche o dai personaggi illustrati nelle confezioni ma dipende anche dai gusti: fondente, extra fondente, al latte, bianco?
C’è n’è per tutti i gusti e per i più golosi anche quelli alle nocciole o al pistacchio.
A sfidarsi sono, secondo i dati finali delle vendite, due tipi di cioccolato:
fondente e al latte che sono molto diversi, sia dal punto di vista del gusto che degli effetti sul nostro organismo.
Quale è la differenza?
Il cioccolato fondente viene prodotto a partire da pasta di cacao, burro di cacao, zucchero, vaniglia e normalmente un emulsionante come la lecitina di soia. La percentuale di cacao minima è del 45%, mentre quella del burro di cacao del 28%.
Il cioccolato al latte, invece, si ottiene con l’aggiunta di latte in polvere agli ingredienti sopra indicati. Il risultato è un cioccolato di colore più chiaro, più cremoso e vellutato, normalmente più gradito dai bambini.
Dal punto di vista calorico, ahinoi, non c’è una grossa differenza: le calorie sono all’incirca 550 kcal ogni 100 grammi di prodotto. Le proprietà nutrizionali sono invece molto diverse. Il cioccolato al latte è infatti più ricco di proteine e di grassi, mentre quello fondente non contiene colesterolo ed è più ricco di fibre. Il fondente è più ricco di sali minerali come rame, manganese e ferro, quello al latte invece contiene più vitamine. Quello che fa davvero la differenza è la presenza di flavonoidi, potenti antiossidanti presenti naturalmente nel cacao. Il fondente ne contiene infatti circa 50-60 mg ogni 100 grammi di prodotto, mentre quello al latte non più di una decina di mg.