(g.m.) Nella giornata dedicata alle donne – spesso svilita da luoghi comuni e interessi commerciali – fa riflettere il messaggio-denuncia di una ragazza di 20 anni, Alessandra Trogu, che riportiamo integralmente.
Auguri e grazie per l’infibulazione. Auguri per il burqa e per i seni tagliati. Per i capelli strappati. Auguri per lo sguardo basso che rivolgiamo al marciapiede quando un folto gruppo di ragazzi incrocia il nostro cammino. Grazie. Grazie per i commenti poco edificanti urlati da un motorino o da un’auto o che ci sentiamo dire all’orecchio di sfuggita.
Per le fermate degli autobus e dei soggetti insistenti che si incontrano a bordo.
Auguri e grazie ai concorsi di bellezza americani che bruciano la fanciullezza di bambine di 5 anni.
Grazie per il mortificante stupro “istigato e indotto”, ridicola giustificazione. Grazie per le denunce inascoltate e che ricevono il giusto peso solo quando ormai è troppo tardi.
Per le cadute dalle scale o per i maldestri colpi contro lo stipite della porta.
Grazie ai moralisti che solo l’8 marzo ci ricordano di non “spulleggiare” in giro. Grazie davvero, senza voi che ci indicate la retta via non sapremmo come fare.
Auguri ai playboy e ai dongiovanni, ma non alle cosiddette “facili” che conducono lo stesso stile di vita.
Grazie alle pubblicità: alle perdite d’urina, all’alitosi, al meteorismo.
Auguri alle grandi scrittrici e ai loro pseudonimi maschili.
Grazie per l’eccessiva prudenza, per i tacchi non indossati, per quella gonna neanche considerata o per quel rossetto non comprato.
Auguri a “scrivimi appena sei a casa”, “tu non prendi l’auto così tardi perché poi devi scendere da sola in garage” o a “sto davanti al portone fino a che non ti vedo in ascensore”.
Auguri a tutte le donne sfigurate, perseguitate, la cui unica colpa è stata non amare più.
Grazie alle ragazze che amano libri e film che descrivono donne soggiogate e sottomesse.
Tantissimi auguri ai luoghi comuni come “donna al volante pericolo costante”. Grazie al giovanissimo diritto al voto.
Auguri alle operaie chiuse in fabbrica e bruciate vive.
Ma grazie soprattutto a quei pochi che mi fanno gli auguri in buona fede.