Terremoto nell’amministrazione comunale di Maddaloni, in provincia di Caserta. I carabinieri hanno arrestato cinque persone accusate a vario titolo di corruzione, tentata induzione indebita a dare e promettere qualcosa e peculato in concorso.
Tra queste spicca il nome del sindaco Rosa De Lucia, e altri appartenenti all’amministrazione comunale (un assessore e due consiglieri) e un imprenditore. Effettuato il sequestro preventivo di un importo di circa un milione di euro.
In carcere è finito anche Alberto Di Nardi, titolare della ditta DHI “Di Nardi Holding Spa“, mentre ai domiciliari: Cecilia D’Anna, assessore alla Cultura Comune di Maddaloni; Giancarlo Vigliotta, Consigliere Comunale di Maddaloni e Giuseppina Pascarella, Consigliere Comunale di Maddaloni.
Non è stato, invece, raggiunto da misura cautelare l’indagato Bartolomeo Vinciguerra, Comandante della Polizia Municipale di Maddaloni. L’indagine è stata incentrata sulle anomalie legate al servizio raccolta rifiuti nel Comune del Casertano e affidato dall’anno 2011 senza alcuna procedura di gara, alla ditta DHI srl.
Tutto ha preso l’avvio dalla denuncia sporta “presso il Comando Stazione Carabinieri di Maddaloni da un imprenditore, attivo nel settore della raccolta dei rifiuti solidi urbani, integrata dalle successive dichiarazioni da lui rese”.
Al centro dell’indagine il rapporto corruttivo instauratosi fra il sindaco De Lucia e l’imprenditore Di Nardi, che ha poi intessuto rapporti anche con i massimi esponenti dell’amministrazione comunale maddalonese. Occhi puntati sulle vicende relative alla proroga dell’affidamento diretto del servizio di raccolta di rifiuti.
La DHI, già affidataria dello stesso servizio presso il comune di Maddaloni sin dal 19 ottobre 2011, ha ottenuto tra il 27 giugno 2013 fino al 10 ottobre 2015, “l’emissione di ordinanze di proroghe trimestrali dei lucrativi affidamenti diretti del servizio di igiene urbana”.
Tali affidamenti, da 423.766,20 mensili, sono stati ottenuti in modo illegittimo sia per la mancanza dei presupposti eccezionale ed urgente necessità, sia perché eccedenti i limiti massimi di 18 mesi, proroghe a cui è seguita l’illecita predisposizione del bando di gara quinquennale.
Documentato frequentazioni quasi quotidiane fra il sindaco e l’imprenditore. Il Di Nardi è stato una sorta di “bancomat” della De Lucia, cui costantemente e senza alcuna costrizione ma addirittura delle volte anticipando egli stesso la richiesta, elargiva alla bisogna somme di denaro e “altre utilità”.
Il sindaco “secondo quanto dichiarato dall’imprenditore denunciante, aveva percepito un importo di circa 10/15 mila euro al mese, nonché della pattuizione di un tangente dell’ammontare di 1 milione e 200mila euro, con riferimento all’affidamento quinquennale del servizio”.
Di Nardi, su richiesta del sindaco, avrebbe proceduto all’assunzione, presso la Intergair spa (anche questa società controllata dal Di Nardi), del fratello di un consigliere comunale di Maddaloni, nonché al pagamento di un viaggio effettuato dal sindaco ad Antibes unitamente a Cecilia D’Anna.
Si sarebbe altresì accollato la spesa occorrente per l’arredamento dell’abitazione del sindaco ed, infine, avrebbe erogato anche benefici sul piano politico ed elettorale, concretatisi in sponsorizzazioni di vario tipo ed importo.
Contestualmente all’esecuzione delle misure coercitive, si è proceduto al sequestro preventivo di un importo pari 609.128 euro su beni appartenenti al Di Nardi, somma corrispondente all’ammontare del profitto derivante dall’affidamento diretto del servizio raccolta rifiuti per il comune di Maddaloni.