Cannoni ad acqua e gas lacrimogeni, queste le armi utilizzate dalla polizia per fare irruzione nella sede del giornale “Zaman“, ad Ankara. La dura presa di posizione delle forze dell’ordine è arrivata dopo il commissariamento del gruppo editoriale del quotidiano d’opposizione più diffuso della Turchia.
Intanto il direttore, Abulhamit Bilici, ha ricevuto, come altri giornalisti, una lettera di licenziamento dagli amministratori nominati dal tribunale.
La polizia ha disperso i manifestanti radunatisi al di fuori della redazione. Successivamente ha rotto un cancello ed è entrata nell’edificio per scortare all’interno i manager nominati dal tribunale e cacciare i dipendenti del quotidiano.
L’accusa rivolta al gruppo editoriale Feza è di “propaganda terroristica” a favore del presunto “Stato parallelo” creato dal magnate e imam Fethullah Gulen, ex alleato diventato poi nemico del presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
“Una pagina nera per la storia della democrazia”, ha commentato il direttore di Zaman, Abdulhamit Bilici. “La polizia non ci ha fatto accedere alla nostra redazione. È dispotismo puro! Mi hanno preso per un braccio e strattonato….”, ha twittato Sevgi Akarcesme, direttore della versione online del quotidiano.