Per Gino Pollicardo e Filippo Calcagno, i due ex ostaggi liberati in Libia, sono ore frenetiche. Regna infatti ancora tanta confusione sulle modalità e sui tempi del rientro in Italia. Secondo alcune fonti potrebbero volerci poche ore, altre invece parlano di diversi giorni. L’ultima notizia arriva direttamente dal governo di Tripoli che ha fatto sapere che i due torneranno in Italia domani.
Renzi, dal canto suo, stamattina aveva tranquillizzato tutti: “È questione di ore”. Ma ciò che desta maggiore preoccupazione è che i due si trovano ancora in una zona pericolosa, nonostante il lavoro febbrile della Farnesina. Sembra che i due tecnici della Bonatti verranno “restituiti all’Italia una volta terminati gli interrogatori“.
Delicatissimo il primo spostamento, da Sabrata, dove sono sotto la protezione della polizia locale, ad un’altra località, per poi spostarsi probabilmente a Malta. Da lì potrebbero volare in sicurezza a Roma dove saranno sentiti dal pm Sergio Colaiocco.
C’è, come è ovvio, rabbia nelle parole di Rosalba Failla, moglie di Salvatore, uno dei due tecnici italiani uccisi in Libia, che attraverso il suo legale Francesco Caroleo Grimaldi, dichiara: “Lo Stato italiano ha fallito: la liberazione dei due ostaggi è stata pagata con il sangue di mio marito”. E’ quanto afferma “Se lo Stato non è stato capace di riportarmelo vivo – aggiunge – ora almeno non lo faccia toccare in Libia, non voglio che l’autopsia venga fatta lì”.