La tensione torna altissima a Calais, in Francia. Circa 55 automezzi della polizia sono arrivati nella “Giungla”, la tendopoli più grande del paese dove vivrebbero circa 3500 persone. Gli agenti hanno ordinato ai migranti di lasciare volontariamente la parte sud del campo.
E dopo le 17, le operazioni di sgombero di parte della tendopoli di Calais, la cosiddetta Giungla, sono state interrotte a causa degli scontri tra polizia, attivisti no-border e migranti. La decisione dopo che almeno una decina di alloggi di fortuna sono stati distrutti da incendi volontari. Quattro persone sono state fermate e cinque agenti sono rimasti leggermente feriti.
I migranti, ha assicurato il governo francese, verranno ridistribuiti tra container riscaldati e centri d’accoglienza. C’è tuttavia scetticismo da parte delle Ong che operano sul posto le quali ritengono che i posti letto non siano sufficienti.
Secondo alcuni reporter presenti sul posto la polizia ha risposto con i lacrimogeni al lancio di pietre da parte di “alcuni migranti” e “attivisti no-border”. Già da questa mattina gli agenti hanno formato cordoni di protezione intorno agli operai intenti a smontare tende e capanne. “Vogliamo agire con dolcezza, non durerà solo un giorno”, ha dichiarato Bruno Noel, segretario regionale del sindacato di polizia Alliance Nord-Pas-de-Calais-Picardie, aggiungendo. Già questa mattina un’attivista britannica che si opponeva all’avvio delle operazioni di sgombero è stata fermata dalla polizia.
Situazione certamente non meno “bollente” al confine tra la Grecia e la Macedonia dove decine di migranti armati di pali hanno abbattuto la barriera che divide i due Paesi. Le forze dell’ordine macedoni sono intervenute facendo ricorso ai gas lacrimogeni.