Ben undici droni sono pronti a decollare dalla base americana di Sigonella per andare a bombardare punti strategici dello Stato Islamico in Libia. C’è anche un piano “B” che prevede l’intervento da terra di 5000 militari della coalizione internazionale il tutto supportato dal comando americano che in questo momento sta dispiegando le proprie truppe nell’area. In sostanza in Libia si respira aria di guerra anche se non proclamata ufficialmente e nonostante le rassicurazioni del ministro Gentiloni: “I raid non sono un preludio all’intervento”.
La linea del governo italiano al momento è di appoggiare la posizione americana senza però precludersi di pronunciare l’ultima parola sui raid che dovranno essere autorizzati da Roma. Già nella giornata di ieri Renzi, sulla posizione dell’Italia ha affermato che “se ci sono iniziative contro terroristi e potenziali attentatori dell’Is, l’Italia farà la sua parte insieme con gli alleati”.
Nello stesso tempo, come svelato dal quotidiano francese “Le Monde” emergono operazioni clandestine dello stato francese per contrastare l’avanzata dello stato Islamico; le milizie filo-Isis hanno preso il controllo di Sabrata e decapitato 12 guardie prima di essere respinte.
Secondo Le Monde diverse fonti indicano che la lotta contro il terrorismo può includere operazioni clandestine, condotte dal servizio operativo della Direction générale de la sécurité extérieure (DGSE). Le prime impegnano la Francia perché i suoi soldati, per quanto discreti, agiscono in uniforme. Tuttavia un alto funzionario della difesa sottolinea al giornale francese che “l’ultima cosa da fare sarebbe intervenire in Libia. Bisogna evitare ogni ingaggio militare aperto, bisogna agire discretamente”.