Adozioni ed equiparazione delle unioni civili al matrimonio, su questi due punti il ddl Cirinnà si gioca il futuro. Lo sostiene il ministro dell’Interno Angelino Alfano a “La Telefonata di Belpietro”: “Se ci dovesse essere un accordo su un emendamento che riscriva il ddl Cirinnà sulle unioni civili si potrebbe votare con la fiducia“.
“Credo anche – ha aggiunto Alfano – che un testo così si possa votare con il consenso di altri settori del Parlamento, come ad esempio Forza Italia“. Ma nelle ultime ore ha preso vita un nuovo, imponente, fronte comune contro la correzione della legge.
È quello del mondo della cultura, della musica, dello spettacolo e dell’arte che si mobilita a sostegno del ddl con una lettera al Parlamento firmata da oltre 400 personaggi, da Andrea Camilleri a Eros Ramazzotti, da Tiziano Ferro a Roberto Bolle, da Paolo Virzì a Laura Pausini.
“La legge Cirinnà rappresenta oggi l’occasione storica di fare un primo passo verso il riconoscimento di diritti civili e umani fondamentali – si legge nel comunicato – E già frutto di numerosi compromessi con un Parlamento che, in nome di una presunta difesa dell’infanzia, sceglie di ignorare i bambini italiani che oggi crescono privati dei loro diritti”.
Secondo i firmatari del documento: “Il ddl garantisce il minimo dei diritti alle persone Lgbt. Un minimo oltre il quale non si può sconfinare, perché significherebbe approvare una legge di facciata o peggio lesiva, rimandando al mittente il riconoscimento di legittimità di milioni d’italiani e delle loro famiglie”.
“Accorgersi di un’ingiustizia e correggerla a metà significa perpetuarla. È insufficiente non essere razzisti, omofobi o sessisti, è necessario essere operosi nella lotta contro il razzismo, l’omofobia o il sessismo – conclude la lettera – combatterli ovunque si celino, soprattutto attraverso gli strumenti legislativi in mano al Parlamento”.