Truffarono diversi commercianti in giro per la Sicilia appropriandosi indebitamente di alcune centinaia di migliaia di euro: 4 ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite dai carabinieri di Ragusa. Nel mirino un gruppo di soggetti, di origine catenese, ritenuti responsabili di innumerevoli truffe con il sistema della postepay.
Tra gli arrestati sottoposti alla custodia cautelare in carcere Pasquale Bellia, catanese, classe ’61, pregiudicato e Antonio Santonocito, catanese, classe 1983, pregiudicato. Per Daniele Compagni, catanese, classe ’85, nullafacente, incensurato e Cettina D’Agata catanese, classe ’83, casalinga, incensurata sono arrivati gli arresti domiciliari.
I provvedimenti restrittivi sono il risultato di un’indagine, condotta dai Carabinieri della Compagnia di Modica, che ha consentito di accertare che gli indagati avevano costituito “un’organizzazione ben articolata che, con artifizi e raggiri, avevano truffato ignari commercianti ed esercenti facendosi ricaricare la postepay, appropriandosi di centinaia di migliaia di euro“.
Sugli arrestati pesano gravi indizi di colpevolezza per il reato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una serie di truffe e gli elementi sono stati ricavati dalle querele e dai riconoscimenti effettuati da parte delle persone offese e dagli accertamenti svolti sulle carte “Postepay” utilizzate per acquisire il profitto delle truffe.
Le indagini risalgono al luglio 2015 quando il proprietario di una tabaccheria aveva sporto denuncia e si era scoperta l’esistenza di un vero e proprio sodalizio criminale finalizzato alla consumazione di una serie di truffe, tutte con il medesimo modus operandi, avvenute non solo in tutto il territorio ragusano, in particolare, a Pozzallo, Scicli, Scoglitti, Vittoria e Modica, ma anche in altre province della Sicilia.
Il modo di agire dell’organizzazione era sempre lo stesso: chiedevano ai gestori delle tabaccherie una ricarica sulla postepay ma ma volta ottenuta la ricarica, al momento di pagare, chiedevano di poter corrispondere la somma con una carta bancomat, ben consapevoli del fatto che il sistema SISAL non accetta i pagamenti tramite POS, ma solo in contanti. A questo punto, fingendo di non essere a conoscenza di tale circostanza, l’autore della truffa rassicurava il gestore dell’esercizio commerciale dicendogli che si sarebbe recato presso il più vicino bancomat per prelevare la somma necessaria. Ma, una volta usciti dall’attività si davano alla fuga, omettendo quindi di versare il corrispettivo della ricarica ricevuta. Talvolta, lasciavano in pegno ai gestori un documento falso o una fotocopia illeggibile.
Pasquale Bellia ed Antonio Santonocito sono considerati dagli inquirenti i promotori ed organizzatori dell’associazione criminale ai quali avrebbe fatto guadagnare decine di migliaia di euro.