Inizia in Chiapas la quarta giornata del Papa in viaggio a Città del Messico. Bergoglio è arrivato in areo nello Stato all’estremo sud del Paese, ai confini col Guatemala.
I temi affrontati, la povertà della popolazione, i problemi delle comunità indigene, il dramma dei migranti latino-americani che da sud premono per entrare in Messico e attraversarlo, dirigendosi verso gli Stati Uniti.
“Ogni giorno faccio esperienza di come il sogno di Dio venga minacciato dalla menzogna, da colui che vuole dividerci, generando una società divisa e conflittuale. Una società di pochi e per pochi” ha detto il Pontefice nel corso della Santa Messa a Ecatepec. “Una delle tentazioni che cercano di degradarci” è “la ricchezza, impossessandoci di beni che sono stati dati per tutti, utilizzandoli solo per me o per i miei”, ha aggiunto.
Il Messico diventi “una terra che non debba piangere uomini e donne, giovani e bambini che finiscono distrutti nelle mani dei trafficanti della morte”, ha detto Francesco. “Quanto ciascuno di voi ha dovuto passare per arrivare fino a qui! Quanto avete dovuto camminare per fare di questo giorno una festa, un’azione di grazia! Quanto hanno camminato altri che non hanno potuto arrivare, ma grazie a loro noi abbiamo potuto andare avanti”.
“Oggi, seguendo l’invito di Mosè – ha detto Francesco durante l’Angelus – vogliamo come popolo fare memoria, vogliamo essere popolo della memoria viva del passaggio di Dio attraverso il suo Popolo, nel suo Popolo”, ha detto Francesco. “Vogliamo guardare i nostri figli sapendo che erediteranno non solo una terra, una lingua, una cultura e una tradizione, bensì erediteranno il frutto vivo della fede che ricorda il passaggio sicuro di Dio per questa terra”.
“Guardando i vostri figli non posso non fare mie le parole che un giorno il beato Paolo VI rivolse al popolo messicano” in un radiomessaggio del 1970: “Un cristiano non può fare a meno di dimostrare la sua solidarietà per risolvere la situazione di coloro ai quali ancora non è arrivato il pane della cultura o l’opportunità di un lavoro onorevole”.
Subito dopo l’arrivo a Tuxtla Gutierrez, capitale dello Stato del Chiapas, il trasferimento in elicottero a San Cristobal de Las Casas, per celebrare la messa con le comunità indigene nel Centro sportivo municipale: una messa officiata anche in tre lingue delle comunità locali.
Dopo il pranzo, Francesco visita la cattedrale di San Cristobal de Las Casas, per poi tornare in elicottero a Tuxtla Gutierrez, per incontrare le famiglie nello stadio “Victor Manuel Reyna”. Infine, il volo di ritorno per Città del Messico.