Roberto Mancini è stato un poliziotto che ha sacrificato la sua vita facendo il suo dovere, senza temere per i rischi che sapeva benissimo di correre.
Negli anni ’90 ha indagato sui rifiuti tossici sparsi e interrati tra la Campania e il Lazio, su quella che oggi è denominata Terra dei Fuochi, e si è ammalato di cancro. Trent’anni di indagini, respirando l’aria delle discariche abusive sparse in mezza Italia dal clan dei casalesi.
Conosceva nomi e trame di un sistema criminale composto da una cricca affaristica in combutta con la feccia peggiore della malavita organizzata e con le eminenze grigie della massoneria. Aveva scritto un’informativa rimasta per anni chiusa in un cassetto e ritenuta non degna di approfondimenti. Una battaglia che oggi si continua a portare avanti perché tantissime persone per anni hanno mangiato e bevuto alimenti inquinati.
La storia del poliziotto anticamorra Roberto Mancini, l’aveva già raccontata Luca Ferrari per “Le inchieste” di Repubblica online a settembre del 2013. Mancini è morto il 30 aprile 2014, ucciso da un cancro. Il ministero dell’Interno lo ha riconosciuto “vittima del dovere”.
La sua storia adesso, rivive grazie a una fiction si Rai 1 che andrà in onda lunedì 15 e martedì 16. Protagonista è il bravissimo Beppe Fiorello.