Costringeva la figlia e la nipote a concedere prestazioni sessuali a pagamento per “reinvestire” i proventi nelle sale bingo di Genova. Così una sessantenne di origini rumene è stata arrestata insieme ad altre tre persone, anch’esse di origini rumene, facenti parte di un’organizzazione che reclutava e induceva alla prostituzione giovani connazionali.
I quattro, approfittando dello stato di necessità delle giovani e delle loro famiglie, le portavano in Italia con il sogno di un lavoro regolare e poi, una volta arrivate, le costringevano a vendere il loro corpo per poche decine di euro.
L’anziana signora, da tempo residente a Genova e ritenuta a capo della banda criminale, organizzava ogni aspetto della vita delle ragazze.