Sono undici le persone arrestate dai carabinieri di Brescia in una operazione anti pedofilia. A finire in manette anche un sacerdote della Bergamasca, un agente di polizia locale e un allenatore di calcio nelle giovanili. Sono ai domiciliari. Provvedimento anche per Claudio Tonoli, un 56enne arrestato già nelle scorse settimane dalla polizia locale di Montichiari (Brescia): affetto da Hiv chiedeva di consumare rapporti sessuali non protetti.
Sono accusati di aver avuto rapporti sessuali a pagamento con ragazzi minorenni. L’operazione dei Carabinieri di Brescia ha interessato, oltre alla provincia di Brescia, quelle di Bergamo, Milano, Monza e Brianza e Parma.
L’indagine, avviata nel mese di agosto 2015 ha consentito di identificare quattro minorenni di sesso maschile, di età ricompresa tra i 16 ed i 17 anni.
I ragazzi si presentavano come maggiorenni sui social network e, dopo il contatto, gli indagati avevano con loro rapporti sessuali in luoghi appartati in cambio di regali o piccole somme di denaro. Un arresto è stato eseguito anche in provincia di Pavia.
Sono una ventina le persone coinvolte nell’inchiesta. Oltre alle undici persone raggiunte da ordinanza di custodia cautelare (un’altra risulta irreperibile) e che sono ora ai domiciliari, ci sono almeno altre dieci persone indagate.
Puntuali arrivano le dichiarazioni della Curia di Bergamo. “Le gravi accuse di cui è imputato suscitano nel Vescovo e nella nostra comunità diocesana stupore, sgomento e profondo dolore”. A scriverlo è propri la Curia dopo la notizia dell’inchiesta che coinvolge anche don Diego Rota, che prestava il suo servizio a Solza (Bergamo).
“Desideriamo manifestare la nostra vicinanza a coloro che stanno soffrendo per questa vicenda senza dimenticare nessuno – spiega una nota della Curia -. A seguito dei provvedimenti restrittivi messi in atto, riteniamo di dover nominare un amministratore parrocchiale per garantire il servizio alla comunità parrocchiale di Solza”.
“Siamo consapevoli che situazioni di questo genere creano turbamento in molti e vogliamo con tutto il cuore che la verità e la giustizia si affermino, confidando nell’opera di coloro che sono chiamati a garantirle – conclude la Curia -. Sono molti i motivi che inducono la comunità credente ad una preghiera più intensa, alla quale ci disponiamo in questo momento”.