Tirata d’orecchie per l’Italia sulla gestione dei migranti. Secondo un rapporto della Commissione Ue, i ricollocamenti dall’Italia sono ancora “molto indietro” rispetto all’obiettivo di trasferire 39.600 rifugiati in due anni. Ad oggi, infatti, sono stati ricollocati solo 279 migranti, con 200 richieste pendenti rimaste senza risposta.
Ma c’è un perché: “Il basso tasso di ricollocamenti è largamente dovuto ai limitati arrivi di migranti con i requisiti per beneficiarne”. “L’Italia ha compiuto oltre 14mila rimpatri di persone che non avevano diritto all’asilo nel 2015 e ha partecipato a 11 voli Frontex congiunti di richiedenti asilo respinti”, si legge nel rapporto.
“Ma questo resta insufficiente nel contesto di oltre 160mila arrivi nello scorso anno” riporta la commissione. Il documento sottolinea poi che se le strutture di ricezione sono “già ampiamente sufficienti” per i richiedenti asilo da ricollocare, sono invece “evidenti gravi carenze” di sistemazioni pre-rimpatri con solo 420 posti.
Il commissario Ue Dimitri Avramopoulos ha fatto sapere di aver “inviato una lettera a ogni ministro dell’Interno dei 28 con un messaggio chiaro: cambiare marcia ai ricollocamenti”. Per quanto riguarda la registrazione delle impronte digitali, nei due soli hotspot operativi in Italia, l’operatività “ha raggiunto un tasso del 100% per gli sbarchi più recenti“.
Bruxelles, nel frattempo, ha dato il via libera alla riprogrammazione di 124 milioni di euro di fondi Ue già assegnati all’Italia, che ora potranno essere utilizzati per cofinanziare misure destinate al salvataggio in mare dei migranti. “Non ci sono piccoli passi quando si affronta la crisi dei rifugiat”, ha spiegato la commissaria alle Politiche regionali, Corina Cretu.