Shock per il Football Club Crotone. Mentre la squadra sogna la Serie A con prestazioni positive, sulla società calabrese, come riportato da ‘La Stampa’, pende una richiesta di sequestro avanzata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.
Tutto ruota attorno alle figure del patron Raffaele Vrenna e del fratello Giovanni, per i quali è stato chiesto l’obbligo di soggiorno con misure di sorveglianza speciale in città per cinque anni, a causa di possibili rapporti con la malavita calabrese.
Tra i beni dei quali sarebbe stato richiesto il sequestro c’è anche lo stesso Crotone: tra qualche settimana in aula a Catanzaro verrà dato il verdetto decisivo, anche se lo scorso 16 gennaio il Tribunale crotonese ha rigettato la richiesta della Dda, ritenendo i Vrenna invece vittime dei clan.
Il comunicato, molto critico, dei fratelli Vrenna non si è fatto attendere (qui riportiamo un estratto, ndr.): “Con inaudita pervicacia è in atto un’aggressione mediatica che enfatizza, unilateralmente, un ricorso che la Procura ha interposto avverso un decreto del Tribunale di Crotone che si è occupato di una richiesta avanzata dalla Procura di Catanzaro, rigettandola. Ebbene gli estensori di alcuni articoli di stampa continuano ad enfatizzare il ricorso della Procura e nel contempo banalizzare il doppio controllo giurisdizionale (da parte del Presidente del Tribunale -prima- e del Tribunale -dopo-) che, sulla richiesta della Procura, si è risolto invece in termini positivi. Ed allora ci si chiede perché un ricorso di parte (Procura della Repubblica) deve essere utilizzato per gettare deliberatamente discredito a livello nazionale su imprese sane, infangando anche la squadra di calcio che ha finora dimostrato di avere le carte in regola per uno storico approdo nella massima serie”.