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Egitto, Giulio Regeni è morto lentamente | Collaborava col Manifesto in incognito

Il corpo di Giulio Regeni, il ricercatore universitario e inviato italiano de “Il Manifesto” trovato morto in Egitto, è stato consegnato dalle autorità egiziane all’Ospedale italiano ‘Umberto I’ del Cairo. Sulla sua morte è sempre giallo, ci sono infatti tesi discordanti. La polizia egiziana esclude un crimine e propende per un incidente stradale.

Il Manifesto, giornale per il quale si interessava dell’attività dei sindacati post-rivoluzione in Egitto, ha pubblicato il suo ultimo articolo nonostante la diffida dei genitori: “In Egitto, la seconda vita dei sindacati indipendenti”. In una nota il quotidiano specifica che “abbiamo deciso di offrirlo ai nostri lettori come testimonianza”

La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta. I pm di piazzale Clodio, dopo l’informativa e in base alle prime risultanze investigative, procedono per omicidio.

“Dietro la morte del giovane italiano non c’è alcun sospetto crimine”, riferisce il direttore dell’amministrazione generale delle indagini di Giza, il generale Khaled Shalabi.

Ma esaminando il corpo dello studente italiano che collaborava sotto copertura con il Manifesto, i procuratori a Il Cairo hanno trovato segni di accoltellamento sulle spalle e tagli su un orecchio e sul naso, aggiungendo che Regeni è stato trovato semi-nudo all’inizio della strada che collega Il Cairo ad Alessandria.

Inoltre sul corpo vi sarebbero stati riscontrati “segni di tortura”. Sono stati rilevati poi segni di bruciature di sigaretta, torture, ferite da coltello e segni di una “morte lenta”. È quanto riferisce una fonte dell’ufficio della Procura generale egiziana.

Il sito di un giornale egiziano ‘Al Watan’ riporta la notizia, riferita a un fatto avvenuto mercoledì, che “gli abitanti della zona Hazem Hassan della Città del 6 Ottobre hanno trovato oggi il corpo di un giovane uomo di 30 anni con tracce di tortura e ferite su tutto il corpo”. Il cadavere di Regeni, secondo un’altra fonte, è stato ritrovato proprio in quell’area.

“Dopo aver esaminato il cadavere è emerso che questo corpo appartiene a un giovane uomo di 30 anni che era totalmente nudo nella parte inferiore con tracce di torture e di ferite su tutto il corpo”, riferisce ‘Al Watan’. Il corpo era “gettato accanto all’istituto Hazem Hassan sulla strada desertica del Cairo-Alessandria”. È stato trovato senza documenti.

Il Presidente del consiglio Matteo Renzi ha anche sentito l’omologo egiziano Abdel Fattah al Sisi auspicando “che sia dato pieno accesso ai nostri rappresentanti per seguire da vicino, nel quadro dei rapporti di amicizia che legano Italia ed Egitto, tutti gli sviluppi delle indagini per trovare i responsabili di questo orribile crimine ed assicurarli alla giustizia”.

“Ho ordinato al ministero dell’Interno e alla Procura generale di perseguire ogni sforzo per togliere ogni ambiguità e svelare tutte le circostanze della morte “, ha dett Sisi. “Le autorità egiziane attribuiscono un’estrema importanza”. Lo riferisce l’agenzia Mena. L’Italia “troverà una cooperazione costruttiva da parte delle autorità egiziane”, ha aggiunto il presidente del Consiglio esprimendo le proprie condoglianze

Intanto la Farnesina chiede un’indagine congiunta. L’ambasciatore italiano ha espresso profondo cordoglio. L’Ambasciatore egiziano Amr Mostafa Kamal Helmy è stato convocato per esprimere “lo sconcerto del governo italiano per la tragica morte del giovane Giulio Regeni al Cairo”.

 

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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