Mario Draghi predica prudenza sulle chance di ripresa dell’Ue parlando difronte al parlamento europeo: “Il contesto economico è cambiato rispetto al nostro ultimo incontro di inizio dicembre. Le stime sull’inflazione si sono ridotte all’1,6% per il 2017 e la ripresa è debole, sostenuta soprattutto dalla domanda interna“.
Il presidente della Banca centrale europea ha sottolineato la necessità di “riconsiderare la propria politica monetaria durato il prossimo incontro di inizio marzo, quando saranno disponibili per nuove proiezioni macroeconomiche”. Le politiche della Bce? “Stanno funzionando, senza interventi la crescita economica sarebbe stata più bassa di almeno un punto percentuale”.
“Lo scorso anno l’inflazione sarebbe stata negativa – prosegue Draghi – Il Qe ha avuto impatti positivi sul credito alle Pmi, anche se per prestiti inferiori si pagano tassi più elevati, soprattutto nei paesi più esposti. Certamente dobbiamo fare di più perché le condizioni migliorino, ma la nostra è stata un’azione spettacolare”.
Il futuro, in parole povere, adesso fa molta meno paura: “Adesso vogliamo mantenere la crescita lungo il suo percorso, ma all’orizzonte ci sono molti rischi. Soprattutto a livello di sistema finanziario, di tensioni geopolitiche e poi resta il tema delle politiche economiche e fiscali degli Stati membri”.