Alimentarsi senza carne, essere quindi vegetariani e vegani, non comporta una significativa diminuzione della mortalità. Secondo una ricerca condotta dall’università di Oxford, infatti, le diete salutari non basterebbero per vivere di più. Confrontati i dati di mortalità totale e le singole cause di due grandi studi prospettici di popolazione: l’Oxford Vegetarian Study (OVS) e l’EPIC-Oxford (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition-Oxford).
Il campione preso in esame comprende le abitudini alimentari e lo stato di salute di 60.310 adulti, tra vegetariani, vegani e consumatori di carne del Regno Unito negli ultimi 30 anni, valutando il rischio di malattie.
In particolare, dallo studio emerge che non ci sono significative differenze di mortalità tra i diversi gruppi di dieta esaminati: i vegani e vegetariani inglesi non hanno una vita più lunga rispetto a chi mangia poca carne.
Per quanto riguarda le cause di morte, quelle per cancro pancreatico e per malattie respiratorie nelle persone che consumavano carne con moderazione sono risultate del 30-45% inferiori rispetto a quanto rilevato fra chi ne consumava 5 volte alla settimana.
Rispetto a quest’ultimo gruppo, la mortalità per cancro pancreatico e tumori del sistema linfopoietico risulta dimezzata per vegetariani e vegani. Mentre la mortalità per tutti i tumori è risultata inferiore del 10% circa in chi non consuma alimenti di origine animale rispetto agli altri gruppi.
Analizzando separatamente vegetariani e vegani, invece, non è emersa alcuna differenza statisticamente significativa nella mortalità per le prime 6 maggiori cause di morte tra vegani e consumatori abituali di carne.