Secondo la procura di Napoli gli agenti dei calciatori fatturavano alle società tutta l’intermediazione come se avessero agito nell’interesse esclusivo del club quando in realtà operavano anche per il calciatore stesso. Lo ha svelato il procuratore aggiunto di Napoli, Vincenzo Piscitelli.
Sempre secondo la Procura le società approfittavano dell’indebito vantaggio di potersi completamente dedurre dal reddito imponibile queste spese, beneficiando della detrazione dell’imposta sul valore aggiunto relativa alla finta prestazione ricevuta in esclusiva.
I calciatori risparmiavano sul costo dell’agente: non dichiaravano quello che sostanzialmente era un beneficio riconosciuto agli stessi dalla società calcistica che si accollava, a vantaggio dell’atleta, anche la spesa per l’intermediazione.
L’importo pagato dai club costituiva un reddito da imputare effettivamente al calciatore e, di conseguenza, la società calcistica ometteva il pagamento delle ritenute fiscali e previdenziali sul maggior reddito loro ascrivibile all’atleta.
Alcuni agenti stranieri, di nazionalità argentina, peraltro, si avvalevano dei ‘paradisi fiscali’ distraendo i compensi ricevuti dall’Italia dove il reddito era prodotto a quello di residenza fiscale (Argentina), delocalizzando i proventi derivanti dalle attività professionali.