Ecco cosa prevedono gli undici decreti attuativi approvati nella notte del 20 gennaio 2016 e che adesso passeranno al vaglio del Parlamento.
Il dipendente pubblico che viene colto in flagranza a falsificare la sua presenza in servizio verrà punto entro 48 ore con la sospensione dall’incarico e dalla retribuzione. Se l’illecito non verrà denunciato il dirigente rischia pesanti sanzioni, fino al licenziamento. Il procedimento per il licenziamento dovrà chiudersi entro un mese.
Le amministrazioni devono fare una ricognizione delle partecipazioni e, passato un anno, devono eliminare quelle non strettamente necessarie o con più amministratori che dipendenti. Se la guida spetterà a un amministratore unico o a un cda (massimo 5 membri) lo si dovrebbe stabilire per decret. Dovranno essere eliminate le imprese con fatturato sotto il milione. Arriva anche una disciplina completa sulla crisi d’impresa e a vigilare sui tagli ecco un organo presso il Mef.
Nuovi massimi nelle retribuzioni dei dirigenti, escludendo buone uscite e premi in presenza performance negative. Nelle società partecipate da enti locali potrebbe anche essere possibile la revoca. Per quanto riguarda i dipendenti, se ci sono esuberi è prevista la mobilità.
Il Corpo forestale dello Stato verrà assorbito nell’Arma dei carabinieri. Il passaggio riguarda funzioni e personale, ad eccezione delle competenze anti-incendio che verranno attribuite al Corpo nazionale dei vigili del fuoco. I forestali chiamati al passaggio sono circa 7mila, con piccoli contingenti riservati ai Vigili del fuoco, alla Polizia e alla Guardia di finanza.
Razionalizzazione delle funzioni di tutte le forze di polizia, con l’assegnazione a ciascuna di aree di specializzazione. La polizia vigilerà sulle grandi aree mentre ai carabinieri è affidato il resto. Un articolo è riservato al numero unico per le emergenze, il 112. Il pacchetto include anche un decreto sulle autorità portuali (scendono da 24 a 15).
Limite alla discrezionalità nelle nomine dei manager delle Asl. Le Regioni li individueranno non solo basandosi sulla rosa di candidati ricavata dall’elenco nazionale attraverso la commissione ad hoc, ma anche tra chi ha aderito al bando, previo avviso della Regione, esprimendo il loro interesse. Stretta controllo sull’operata con possibile decadenza dal ruolo nel caso di mancato raggiungimento degli obiettivi.
Fusione delle spa locali che si occupano di servizi pubblici, dall’acqua ai rifiuti. Ci sarà l’aggregazione incentivata, su base territoriale, con la creazione di distretti. A disegnare gli ‘hub’ saranno le Regioni e se non provvederanno sarà il Cdm a intervenire.
Le riunioni della Conferenza dei servizi diventano telematiche, scatta il silenzio-assenso, massimo 60 giorni per le decisioni e ci sarà un rappresentante unico per ogni livello di governo.
Ogni cittadino avrà il proprio domicilio digitale, ovvero un recapito elettronico. C’è il rafforzamento dei pagamenti elettronici (si potranno usare le prepagate telefoniche) e il lancio del Pin unico. Previsto il potenziamento dei sistemi di sicurezza sul digitale.
Per quanto riguarda internet, ci sarà una semplificazione degli oneri burocratici. Sarà liberalizzato il diritto di accesso agli archivi pubblici (il Freedom of information act), con il cittadino che avrà diritto a ricevere i dati richiesti senza obbligo di motivazione entro 30 giorni, altrimenti scattano le sanzioni dell’Anac.