La Banca Etruria ancora nell’occhio del ciclone. Emergerebbero pratiche poco chiare nella vendita dei prodotti finanziari ad alto rischio. Per poterli vendere la banca è obbligata a far compilare ai clienti il Mifid, un questionario che accerta la comprensione del rischio.
Una pratica imposta dalle direttive Ue e che Banca Etruria avrebbe aggirato falsificando le risposte. I dati sono venuti fuori dallo studio di alcune delle 1.300 pratiche di persone che si sono rivolte a Federconsumatori per capire cosa fare dopo la perdita di tutti i loro risparmi.
“È evidente – ha detto Chiara Rubbiani di Federconsumatori a La Repubblica – che qui si tratta di persone che non avevano conoscenza alcuna degli strumenti finanziari che stavano acquistando”.
La palla ora passa nelle mani del procuratore di Arezzo Roberto Rossi. Il Csm ha archiviato il fascicolo di incompatibilità nei riguardi del magistrato, per aver fatto delle consulenze con il Dipartimento degli affari giuridici di Palazzo Chigi.