L’accesso alla città di Gela è stato bloccato da circa 500 tra operati, disoccuppati, pensionati, esercenti e lavoratori. “È iniziata stanotte una mobilitazione lunga e faticosa ma se saremo uniti ci salveremo”, ha scritto su Facebook il segretario della Cgil Ignazio Giudice.
I presidi attualmente si trovano lungo la Gela – Catania e lo snodo che porta a Licata, ma si pensa anche ad un terzo blocco sulla Gela-Vittoria. Tutto questo per “arrivare al Premier Renzi“. Giudice spiega: “Gela aspetta risposte, né elemosine, né altro. Dai bambini, ai pensionati, nessuno vuole stare più con il fiato sospeso”.
“Serve una legge speciale a favore dei disoccupati, dei precari, dei nuovi poveri e dei commercianti in crisi. Servono salute e lavoro. Vogliamo risposte”. Si protesta anche per la chiusura della raffineria e per la sua riconversione in “green refinery“, la città in sostanza teme di restare in ginocchio.
“Basta parole vuote e basta silenzi inquietanti, mai come oggi mi sento a vostra totale disposizione, nelle ore che verranno e nei minuti che, sin da adesso, ci separano da una scelta: la difesa della città – sottolinea Ignazio Giudice – Dobbiamo lottare insieme affinché la città non chiuda, perché di questo si tratta”.