Adottare il figlio del proprio partner: è il nodo sul quale verte la legge Cirinnà sulle unioni civili e sul quale il Quirinale pone dei dubbi. Secondo il quotidiano ‘Repubblica’ a stoppare il testo sarebbe l’invito dei tecnici di Mattarella a tenere in considerazione la sentenza della Consulta 138 che vietava i matrimoni gay.
Secondo gli esperti del Quirinale, i “costituenti hanno stabilito che il matrimonio doveva essere tra persone di sesso diverso”; il testo Cirinnà, invece, trasforma le unioni civili in un qualcosa di troppo simile a un matrimonio e di conseguenza anti costituzionale. Secondo secondo ‘Repubblica’ è stato lo stesso governo a presentare in anteprima il testo della legge al Quirinale per avere un parere ed è arrivato un invito a tenere in considerazione la sentenza della Corte Costituzionale numero 138 del 23 marzo 2010.
Pronta la risposta di Monica Cirinnà: “Nessuna equiparazione tra unioni civili e matrimoni. Non ci sono pubblicazioni in comune, non si leggono gli articoli del codice civile durante il rito, si va al municipio coi testimoni e basta: non c’è alcuna equiparazione”.