È di 300 morti, “in maggioranza donne, bambini e anziani” – secondo l’agenzia Sana – il bilancio dell’ennesimo massacro perpetrato dagli jihadisti dell’Isis nell’Est della Siria, a Deir Ezzor.
“Almeno 150 persone sono state decapitate dall’Isis nel massacro di Dayr az Zor, incluse decine di donne e bambini”: lo riferiscono attivisti locali citati dai media curdi. I jihadisti hanno fatto strage “in due sobborghi controllati dal regime siriano a Dayr az Zor, Ayash and Begayliya”. “Li hanno uccisi casa per casa”, continuano gli attivisti. Tra le vittime ci sarebbero almeno 70 militari dell’esercito governativo.
Se confermato il bilancio delle vittime, sarebbe una delle più grandi stragi commesse in un unico giorno in quasi cinque anni di guerra civile in Siria.
I militanti dello Stato islamico, secondo quanto riferisce l’Osservatorio per i diritti umani, hanno anche rapito oltre 400 civili. Tra questi vi sarebbero anche donne e bambini.
I prigionieri, stando a quanto reso noto direttore della Ong che monitora gli sviluppi in Siria, sarebbero stati portati in aree controllate direttamente dallo Stato islamico.
Secondo l’Osservatorio, l’Isis controlla ora circa il 60% di Deir Ezzor, la capitale dell’omonima provincia, ricca di petrolio e confinante con l’Iraq.