Omicidio di Lidia Macchi, svolta nelle indagini | Arrestato Stefano Binda, suo ex compagno di liceo

di Redazione

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Omicidio di Lidia Macchi, svolta nelle indagini | Arrestato Stefano Binda, suo ex compagno di liceo

| venerdì 15 Gennaio 2016 - 09:05

Dopo quasi 30 anni dall’omicidio di Lidia Macchi, la studentessa di Varese trovata uccisa con 29 coltellate il 5 gennaio 1987 in un bosco alla periferia di Cittiglio, potrebbe essere arrivata una svolta nelle indagini. La giovane studiava giurisprudenza alla Statale di Milano

È stato eseguito alle prime luci dell’alba un arresto: si tratterebbe di un ex compagno di liceo della ragazza, Stefano Binda. L’arrestato sarebbe autore della lettera anonima giunta a casa della famiglia Macchi il 9 gennaio dell’87, giorno in cui si celebrarono i funerali di Lidia.

Nella missiva, intitolata “In morte di un’amica” c’erano descrizioni della scena del crimine note solo agli inquirenti. Secondo l’accusa Binda avrebbe prima violentato la ragazza e poi l’avrebbe uccisa perché sarebbe stato convinto che lei si era concessa e che non avrebbe dovuto farlo per il suo “credo religioso”.

Sia l’uomo che la vittima, infatti, frequentavano ambienti di comunione e liberazione e avevano studiato allo stesso liceo. Lidia Macchi, aveva vent’anni ed era studentessa di legge alla Statale di Milano, e capo guida scout nella sua parrocchia di Varese.

Binda è accusato di omicidio volontario aggravato. L’inchiesta sulla morte della ragazza era stata riaperta nel 2013 dal sostituto procuratore generale di Milano, Carmen Manfredda. Il sostituto pg aveva anche archiviato la posizione di un religioso che conosceva all’epoca la ragazza e che era rimasto sempre formalmente sospettato.

E su un foglio ritrovato dentro un agenda in casa di Binda,  si legge Stefano è un barbaro assassino“. La “grafia” del foglio “risulta ascrivibile allo stesso Binda”, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare.

 

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