Sembra quasi di rivedere una scenda del film “I cento passi”, biografia di Peppino Impastato, giornalista ucciso dalla mafia nel 1978. E precisamente la scena in cui la famiglia mafiosa degli Impastato si riunisce per festeggiare il compleanno dello “zio” Cesare Manzella, capomafia di Cinisi del dopoguerra, con tanto di parenti giunti direttamente dagli Stati Uniti.
Non è stato tanto diverso infatti quello che è accaduto il giorno dell’Epifania, 6 gennaio, sempre a Cinisi, comune del Palermitano, dove in una piazza gremita di gente sono stati festeggiati i 100 anni di Procopio Di Maggio, l’ultimo padrino della cupola di Totò Riina rimasto in libertà. L’anziano boss ha infatti organizzato per il suo compleanno una festa in grande stile con una sontuosa cena per amici e parenti, alcuni arrivati anche dagli States, e finita con tanto di fuochi di artificio.
Le foto della festa e dei festeggiamenti “di piazza” sono finiti sui social network, scatenando l’indignazione di molti, come racconta Salvo Palazzolo sull’edizione locale di Repubblica. Il primo a prendere le distanze dallo sconcertante evento è stato il sindaco di Cinisi, Giangiacomo Palazzolo: “Non ci devono essere dubbi, Di Maggio è un mafioso, così come suo figlio – ha detto il sindaco. – Ma il paese non è mafioso. E credo che non dobbiamo dare risalto a questo gesto con cui il vecchio Di Maggio ha voluto dire, io sono ancora qui. Finiremmo per fare il suo gioco”.
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