Sui decreti per gli indennizzi “abbiamo accelerato perché è giusto dare una risposta rapida a chi ha perso i soldi che aveva investito. In linea di principio l’ipotesi di un rimborso totale non è da escludere. Per il momento si sta ragionando sui principi che porteranno a fissare criteri precisi. Il primo è che non sia stata fornita al risparmiatore un’informazione adeguata su quel tipo di investimento. Il secondo è che saranno privilegiate le posizioni più fragili, considerando sia il tipo di investimento sia il profilo generale del risparmiatore”. Lo afferma il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, in un’intervista al Corriere della Sera.
“Le indagini devono fare il loro corso e, una volta accertate le responsabilità, chi avesse sbagliato dovrà pagare. Ma in ogni caso escludo conseguenze di qualsiasi tipo sul governo”, dice De Vincenti. La possibilità che per i rimborsi arriveranno altre risorse oltre ai 100 milioni di euro messi a disposizione dal sistema bancario “non è da escludere, ma vedremo più avanti. Prima bisogna capire quante risorse saranno assorbite dalle decisioni degli arbitrati. Poi, se necessario, potremo intervenire”.
In tema di fondi europei, “il dato finale lo avremo a febbraio ma siamo molto soddisfatti. Abbiamo sostanzialmente raggiunto l’obiettivo di assorbimento delle risorse, stimiamo un rischio residuo non superiore al 2-2,5%. Insomma alla peggio potrebbe restare fuori un miliardo”, dichiara il sottosegretario.
E in merito alla cordata per l’Ilva, De Vincenti spiega che il Governo non ha “preferenze di nazionalità. L’unica preferenza è per una soluzione che mantenga la forza industriale e finanziaria dell’azienda e il radicamento sul territorio italiano di tutti gli attuali stabilimenti, a cominciare da Taranto”. E conclude: “Chi parla di esproprio non sa di cosa sta parlando. Siamo nel pieno rispetto della Legge Marzano”.