È stata una messa dell’Epifania dedicata ai temi dell’accoglienza e dell’amore quella celebrata da Papa Francesco nella Basilica Vaticana. “Davanti a Gesù non esiste più divisione alcuna di razza, di lingua e di cultura: in quel Bambino, tutta l’umanità trova la sua unità”.
“È nella semplicità di Betlemme che trova sintesi la vita della Chiesa. È qui la sorgente di quella luce, che attrae a sé ogni persona e orienta il cammino dei popoli sulla via della pace”, ha continuato il Papa riallacciandosi alle notizie delle ultime ore sulle scelte di Svezia, Germania e Danimarca di bloccare le frontiere per arginare la pressione migratoria.
Quindi il monito alla Chiesa che “non può illudersi di brillare di luce propria. Lo ricorda con una bella espressione sant’Ambrogio, utilizzando la luna come metafora della Chiesa: ‘Veramente come la luna è la Chiesa: rifulge non della propria luce, ma di quella di Cristo’”.
“Abbiamo bisogno di questa luce che viene dall’alto per corrispondere in maniera coerente alla vocazione che abbiamo ricevuto prosegue Bergoglio – Annunciare il Vangelo di Cristo non è una scelta tra le tante che possiamo fare, e non è neppure una professione”.
Accorato il passaggio dedicata alla ‘missione’ della Chiesa: “Per la Chiesa, essere missionaria non significa fare proselitismo; per la Chiesa, essere missionaria equivale a esprimere la sua stessa natura: essere illuminata da Dio e riflettere la sua luce. Non c’è un’altra strada. La missione è la sua vocazione. Quante persone hanno bisogno di Cristo”.
“I Magi rappresentano gli uomini di ogni parte della terra che vengono accolti nella casa di Dio. Come i Magi tante persone, anche ai nostri giorni, vivono con il ‘cuore inquieto‘ che continua a domandare senza trovare risposte certe. Sono anche loro alla ricerca della stella che indica la strada verso Betlemme”, spiega il Santo Padre.
Mettere da parte gli interessi quotidiani e inseguire la luce: “Quante stelle ci sono nel cielo! Eppure, i Magi ne hanno seguita una diversa, nuova, che per loro brillava molto di più. Avevano scrutato a lungo il grande libro del cielo per trovare una risposta ai loro interrogativi, e finalmente la luce era apparsa. Quella stella li cambiò. Fece loro dimenticare gli interessi quotidiani”.