I recenti casi di decessi per parto hanno messo in luce una vera e propria emergenza nazionale. Nicola Colacurci, Paolo Scollo e Vito Trojano, rispettivamente presidenti dell’Associazione Ginecologi Universitari Italiani, della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia e dell’Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri, hanno rivolto un appello al ministro della Salute Lorenzin.
“Il ministro Beatrice Lorenzin intervenga in prima persona facendosi carico delle problematiche strutturali e di organico che assillano gran parte dei punti nascita italiani. L’entrata in vigore anche in Italia della normativa CEE su riposi e orari di lavoro in sanità, con le nuove norme ‘operative’ dal 25 novembre 2015 ha infatti acuito la carenza nelle dotazioni di organico”.
Per i ginecologi italiani, a questa emergenza di organico spesso non si sa come far fronte. “Spesso viene tamponata con personale interinale che non permette la creazione di una equipe multidisciplinare (ginecologo, ostetrica, anestesista), prerequisito per l’ottimizzazione della cura delle urgenze ostetriche”.
Altra priorità, affermano, è garantire ”punti nascita adeguati per struttura, attrezzature e personale e con un numero di parti non inferiori a 500 l’anno; personale ginecologo ed ostetrico che ha ricevuto una formazione universitaria e che esegua un aggiornamento continuo; il rispetto di norme comportamentali o linee guida realmente condivise da tutta la comunità”.
“Esiste ed esisterà sempre una quota di mortalità materna nell’evento gravidanza, per cui non può essere sostenibile il detto comune ‘al giorno d’oggi è assurdo morire di parto’ – proseguono – di parto si può morire e si muore anche adesso in tutto il mondo e la mortalità da parto è significativamente influenzata da fattori di rischio come la gemellarità, l’età avanzata, l’obesità”.