È polemica in Sicilia sulla decisione del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, di chiudere i punti nascita degli ospedali dove il numero annuo dei parti è inferiore a 500 e tra questi figura anche quello di Petralia Sottana. Ieri nove sindaci delle Madonie hanno scritto al ministro, che ha risposto con una lettera nella quale fa un contro appello agli stessi primi cittadini e alla Regione siciliana per “creare le condizioni perché le donne di Petralia, Alimena, Blufi, Bompietro, Castellana Sicula, Gangi, Geraci Siculo, Petralia Soprana, Polizzi Generosa vivano con gioia e in sicurezza il momento più bello della loro vita”. ”
“Non è accettabile – scrive Lorenzin ai sindaci – che un’intera zona del territorio italiano oggi viva il disagio di avere un punto nascita privo della garanzia della presenza in guardia attiva h24 di ginecologi, pediatri/neonatologi ed ostetriche. È stata la stessa Asp di Palermo nell’analisi presentata al tavolo del Comitato percorso nascita nazionale a sottolineare l’inadeguatezza in termini di sicurezza del punto nascita di Petralia. La Regione siciliana – sta scritto – ci ha fornito un documento i cui dati dicono in modo inequivocabile che le famiglie hanno già scelto ospedali più sicuri, non quello più vicino, dove fare nascere i loro bambini. Era il 16 dicembre del 2010 quando nell’Accordo Stato-Regioni anche la Sicilia firmava i requisiti operativi, tecnologici e di sicurezza in cui ogni punto nascita doveva operare. Tra proteste e proroghe sono trascorsi oltre 5 anni, senza che nulla cambiasse. Sono io, che dopo il caso Nicole a Catania ho preteso nuove linee guida e chiesto alla Regione siciliana di mettere in campo gli strumenti perché in tutte le zone dell’Isola le donne possano avere la garanzia di standard di sicurezza. Nessuna deroga può essere concessa lì dove il Comitato intravede fattori di rischio superiori al finto beneficio di avere una struttura vicino casa. La Regione lavori per adeguare la rete sanitaria. I siciliani, che pagano tasse elevatissime per ottenere il servizio, meritano una qualità migliore del sistema. E se è questa la battaglia, il ministro della Salute sarà sempre al vostro fianco”.
Oggi i 9 sindaci hanno iniziato l’occupazione dei municipi e venerdì è prevista una manifestazione di protesta lungo l’autostrada Palermo-Catania, con arrivo nel capoluogo siciliano per incontrare il prefetto.
Più tardi è intervenuto anche l’assessorato regionale alla Salute che in una nota fa sapere che sul tema della sicurezza “l’assessore regionale della Salute ha più volte ribadito il rigore assoluto nel rispetto dei requisiti di legge vigenti a tutela della madre e del neonato. Pertanto, così come Aziende Sanitarie e Regione si atterranno alle prescrizioni dettate dal ministero della Salute per i punti nascita di Bronte e di Licata, potenzialmente derogati, in egual misura, qualora il Ministero dovesse rivedere il proprio giudizio, eventuali ulteriori punti nascita in deroga sarebbero parimenti messi in sicurezza dalla Aziende sanitarie e dalla Regione siciliana”. ”La competenza sulla deroga dei punti nascita – spiega l’assessorato – appartiene al ministero della Salute; alle Regioni ed alle rispettive Aziende sanitarie spetta il compito di mettere in sicurezza i punti nascita sui quali il Dicastero ha concesso la deroga”.