Sono 16 le persone arrestate dai carabinieri durante un blitz a Crotone contro la ‘ndrangheta. Si tratta di presunti capi e gregari della cosca facente capo alla famiglia “Grande Aracri”, attiva in provincia e con ramificazioni nel Nord Italia. In manette è finito anche un avvocato, Rocco Corda, di Crotone, con l’accusa di fare parte della cosca e una giornalista Grazia Veloce che, insieme ad Esterino Peta sono stati sottoposti agli arresti domiciliari, mentre per altri 4 Antonio Grande Aracri, fratello di Nicolino, Rocco Corda, avvocato, nonché Salvatore Scarpino e Giuseppe Altilia si sono aperte le porte della Casa circondariale di Catanzaro.
Il nome della giornalista era già venuto fuori un anno fa nell’inchiesta della Dda catanzarese che aveva portato a 37 fermi pur non essendo indagata all’epoca. Secondo l’accusa avrebbe fatto da tramite tra la famiglia Grande Aracri ed un monsignore della Diocesi di Roma per fare ottenere al genero del boss Nicolino Grande Aracri, Giovanni Abramo, detenuto per omicidio, il trasferimento in un carcere calabrese. Trasferimento poi non effettuato. Il religioso non è indagato.
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Altri dieci soggetti Nicolino Grande Aracri, Angelo Greco, Gennaro Mellea, Francesco Lamanna, Alfonso Diletto, Vito Martino, Romolo Villirillo, i cugini Pasquale e Michele Diletto, Giuseppe Celi si trovavano già in stato di detenzione presso le carceri della stessa Catanzaro, oltre che di Milano, Oristano, Sassari, Spoleto, Taranto, Torino e Viterbo.
L’operazione, denominata “Kiterion II”, ha visto la partecipazione di un centinaio di carabinieri. L’indagine ha consentito di far luce sulle attività intimidatorie e predatorie del clan, compreso l’omicidio di un vecchio boss del Crotonese ritenuto esponente di spicco della vecchia guardia ‘ndranghetista.