Nuova esecuzione capitale in Arabia Saudita, la 48esima dall’inizio dell’anno e sale la tensione tra Arabia Saudita ed Iran. Ieri sera Riad aveva annunciato la rottura delle relazioni diplomatiche tra i due paesi, oggi la sospensione di tutti i voli da e verso l’Iran. Questa mattina, stessa decisione da parte del Bahrein. 

“La vendetta divina si abbatterà sui politici sauditi” erano state le parole della guida suprema iraniana Ali Khamenei che ha fornito la sua versione ufficiale della condanna iraniana all’esecuzione dell’imam Nimr al-Nimr. In serata il ministro degli esteri saudita Adel al-Jubeir ha replicato annunciando in televisione la rottura delle relazioni diplomatiche con Teheran, lasciando 48 ore di tempo ai diplomatici iraniani espulsi per lasciare il paese.

Le proteste di piazza di ieri si sono concluse con un atto simbolico da parte dei manifestanti: una targa nuova, con il nome dello Sheikh Nimr, al posto di quella che indicava Boustan street. Nel frattempo una manifestazione ufficiale si è svolta a Felestin Square, nel centro della capitale, con slogan contro i sauditi, definiti “mercenari degli Usa”, e il grande e storico nemico, Israele.

E ieri sera, nel villaggio natale dello sceicco Nimr al-Nimr, sono stati esplosi spari contro la polizia. Lo ha annunciato l’agenzia ufficiale saudita Spa. Citando un portavoce delle forze di sicurezza della Provincia orientale, l’agenzia ha spiegato che la polizia è alla ricerca degli autori degli atti che hanno ucciso un civile e ferito un bambino di otto anni.

Intanto si muove la diplomazia internazionale. Il segretario di Stato americano, John Kerry, ha avviato i contatti con i ministri degli Esteri iraniano e saudita per tentare un riavvicinamento tra i due Paesi. All’opera anche le Nazioni Unite, il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha contattato i vertici arabi e iraniani.