Dopo la celebrazione della Messa di Natale oggi ha luogo la benedizione “Urbi et Orbi” dalla loggia centrale di San Pietro, il Pontefice ricorda le tante tragedie che oggi segnano il mondo, nelle violenze terroristiche perpetrate in nome delle religioni, nei conflitti della “terza guerra mondiale combattuta a pezzi”, con l’appello alla pace, il solco su cui si poggia il Natale dell’anno del Giubileo.
Dopo aver rivolto ai fedeli gli auguri di buon Natale il Pontefice li ha invitati ad aprire i loro cuori. “Un giorno di misericordia, di luce che disperde le tenebre della paura e dell’angoscia”. Un giorno in cui si può “riconciliarsi”. In questo giorno “il presepe ci fa vedere il segno che Dio ci ha dato”, ha detto il Pontefice, invitando i fedeli a “fare come i pastori” e andare a vedere il Bambino che è nato.
“Solo lui ci può salvare” e liberare l’umanità “da tante forme di male” come l’odio e le guerre, ricorda Francesco. Il Papa si è augurato che israeliani e palestinesi possano superare i conflitti e ha chiesto al Signore che cessi il fragore delle armi in Siria e che l’accordo sulla Libia possa contribuire a pacificare il Paese trovando “il sostegno di tutti”. Il Papa ha anche rivolto un pensiero alle vittime del terrorismo nelle stragi anche Egitto, Beirut, Parigi. E ancora ha citato le tensioni e i conflitti in l’Ucraina e la Colombia auspicando che possa essere raggiunta “la desiderata pace”.
Un pensiero va anche ai bambini soldato, alle donne che subiscono violenze, ai migranti che sfuggono da fame e guerra. Ai disoccupati. “Dove nasce Dio fiorisce la misericordia”, ha detto ancora il Papa. “Esultiamo nel giorno della nostra salvezza contemplando il presepe e le braccia aperte di Gesù che ci accoglie”, ha affermato.
Invitando i fedeli ad essere misericordiosi, il Papa ha augurato ancora una volta a tutti buon Natale accompagnato da un caloroso applauso di commiato della piazza gremita.