Il fermo della ricercatrice libica dell’Università di Palermo ha nuovamente portato alta l’allerta terrorismo a Palermo. Il dirigente del Sindacato di polizia Consap, Igor Gelarda, ha commentato così la vicenda: “Da un lato è facile farsi prendere dalla paura verso gli altri, verso tutti gli islamici che ci stanno accanto, che potrebbero esser e potenziali collaboratori con gruppi estremisti”.
“E questo sarebbe un gravissimo errore, dato che la maggioranza dei musulmani in Italia non ha nulla a che fare con il fondamentalismo islamico, e sono certo che non provi nessuna simpatia per queste bestie sanguinarie”. ha proseguito Gelarda.
Guai ad abbassare la guardia: “Dall’altro lato, c’è bisogno della massima allerta da parte delle autorità, come vedete nonostante la penuria di mezzi ancora una volta il sistema di indagine della Polizia ha funzionato, perché il pericolo è che la Sicilia, ma l’Italia in genere possano diventare dei vivai di reclutamento, se già non lo sono”.
“È preoccupante che la donna fermata abbia contatti, con i cosiddetti foreign fighters dell’organizzazione Ansar Al Sharia Lubia, colpevole di attentati messi a segno in Libia. Un nipote della donna fermata, appartenente a questo gruppo, e ricercato dal governo del paese africano, è stato ucciso nel corso di un bombardamento su Bengasi”, ha aggiunto Gelarda.
Evitato il peggio? “Costui era in procinto di mettersi in viaggio verso l’Italia, non sappiamo se per operare qui o per passare altrove. E poi quello che colpisce è che si tratti di una persona di una certa cultura, una ricercatrice universitaria, apparentemente insospettabile”.
“Sul fatto che il Giudice per le indagini preliminari non abbia convalidato il fermo, rigettando la richiesta di custodia cautelare in carcere – ha poi proseguito il dirigente del Consap – spero sia fatta immediata chiarezza e vengano presi immediatamente provvedimenti, come ha dichiarato il procuratore Capo di Palermo Lo Voi“.
Una scelta, quella di Lo Voi, che non convince Gelarda: “È incredibile e pericolosissimo al contempo che una donna indiziata di terrorismo abbia solo l’obbligo di dimora in città, e il divieto di uscire la notte, così da casa potrebbe continuare ancora meglio a gestire le sue reti!”.
“L’invito – chiosa – è dunque quello di non farsi prendere dalla psicosi dell’untore, ma di tenere un livello di guardia altissimo, da parte di tutti, anche dei cittadini, che devono essere pronti e vigili a segnalare alle forze dell’ordine tutto ciò che di anomalo possono notare”.