Il Fondo interbancario utilizzato dall’Italia per la tutela dei depositi di Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara non convince l’Ue. In una lettera datata 19 novembre indirizzata al ministro Pier Carlo Padoan dai commissari Ue Hill e Vestager, si evince tutta la perplessità sull’operato dell’Italia in merito al salvataggio delle banche in crisi.
“Se uno Stato membro opta per il fondo di garanzia dei depositi per ricapitalizzare una banca allora ” soggetto alle regole Ue sugli aiuti di Stato – si legge nella lettera – non c’è contraddizione tra le direttive per la risoluzione delle banche e quella per la tutela dei depositi”.
Per i commissari: “Pur rispettando il fatto che spetta alle autorità italiane determinare l’approccio e i metodi è chiaro che la Commissione sarebbe sempre a favore di soluzioni private o basate sul mercato, dove possibile, e ovviamente questo si riflette nelle regole applicabili”.
“Si applicano le regole Ue sugli aiuti di Stato e la direttiva sulla risoluzione delle banche e l’uso dello schema obbligatorio di garanzia dei depositi non fa eccezione”, precisa la Commissione Ue. “C’è anche una semplice logica soggiacente alla missiva, ovvero: il sostegno pubblico deve arrivare solo in ultimo ricorso“.
In sostanza, “se altre banche decidono da sole di intervenire in un meccanismo pienamente privato, questo esula dall’ambito del controllo Ue sugli aiuti di stato”. precisa poi la Commissione Ue. Il Fondo interbancario tutela depositi italiano, con lo Stato che impone alle banche di contribuirvi, rientra così negli aiuti di stato.