Dopo il caso banche e l’inchiesta nata in seguito al suicidio del pensionato Luigino D’Angelo del 28 novembre, oggi perquisizione della guardia di finanza nella sede di Civitavecchia di Banca Etruria. Ad assistere alla perquisizione anche il pm titolare dell’inchiesta, per istigazione al suicidio, Alessandra D’Amore.
D’Angelo aveva acquistato i titoli subordinati di Banca Etruria all’inizio del 2013, investendo gran parte dei suoi risparmi. Non era riuscito ad ottenere la restituzione del denaro e, saputo di aver perso tutto, il 28 novembre si è tolto la vita, lasciando una mail di addio alla moglie. “Chiedo scusa a tutti per il mio gesto – ha scritto – non è per i soldi, ma per lo smacco subito”. Secondo quanto emerge ora, l’indagine si allargherebbe anche all’ipotesi di truffa.
Nessuna richiesta di rimborso da parte del procuratore della Repubblica di Arezzo Roberto Rossi al Governo per il suo incarico tecnico nel dipartimento affari giuridici e amministrativi (Dagl). Il magistrato, che lo aveva già precisato alcuni giorni fa, lo ribadisce dopo che l’argomento è stato nuovamente sollevato ieri e oggi da Il Fatto quotidiano e da Libero, ribadendo di aver lavorato ai pareri richiesti esclusivamente via internet e di non aver sostenuto alcuna spesa da rimborsare.
Intanto, sotto il profilo delle inchieste su Banca Etruria, si apprende che l’avviso di chiusura indagini sul terzo filone, quello sul conflitto di interessi che vede indagati l’ex presidente Lorenzo Rosi e il dirigente Luciano Nataloni, potrebbe arrivare entro la fine dell’anno o nei primi giorni del 2016.
Prosegue, invece, dopo quelli delle associazioni dei consumatori, la raccolta di esposti da parte degli ex obbligazionisti che hanno fatto aprire un quarto fascicolo per l’ipotesi di truffa. Gli esposti dovrebbero poi andare all’esame di un pool di magistrati aretini per risalire a ritroso a eventuali profili di responsabilità.
“Abbiamo depositato una proposta di legge per l’istituzione di una commissione bicamerale d’inchiesta sul dissesto delle 4 banche oggetto di procedura di risoluzione: è indispensabile che i parlamentari abbiano poteri analoghi a quelli della magistratura, dato che abbiamo già avuto modo di verificare come i documenti utili siano protetti da segreto d’ufficio. Chiediamo un tempo limitato per indagare. Lo afferma il deputato di SI Giovanni Paglia.
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