Si è conclusa con un rinvio a giudizio per 145 imputati stamattina nell’aula bunker la prima fase del processo Aemilia alla ‘ndrangheta di Cutro. Due i prosciolti, con posizioni minori. Saranno processati in tribunale a Reggio Emilia con rito ordinario dal 23 marzo. Molti gli imputati presenti in aula.
Gli altri imputati hanno scelto il patteggiamento o il rito abbreviato e verranno processati da gennaio, sempre nell’aula bunker della Fiera di Bologna, nella seconda fase dell’udienza preliminare. Fra loro, il boss Nicolino Grande Aracri.
Fra i rinviati a giudizio Michele Bolognino, Palmo Vertinelli, gli imprenditori Bianchini di Modena, il calciatore Vincenzo Iaquinta e il padre Giuseppe.
L’ex attaccante è accusato della violazione della legge sulle armi, con l’aggravante di aver agevolato l’associazione di tipo mafioso. Al padre Giuseppe, imprenditore, è contestata la partecipazione nell’associazione.
Secondo l’accusa, l’organizzazione aveva da tempo conquistato appalti e fatto affari in tutta la Regione con estorsioni, intimidazioni ma anche impossessandosi di aziende i cui stessi titolari si erano rivolti al clan per un aiuto nel riscuotere crediti da debitori che non pagavano.
Nell’inchiesta dei pm della dda Marco Mescolini, Beatrice Ronchi ed Enrico Cieri sono finiti anche politici di Reggio Emilia e Parma, poliziotti, carabinieri e giornalisti.