Sembra essersi inceppata la macchina organizzativa per fronteggiare l’emergenza umanitaria provocata dall’immigrazione verso l’Italia e la Grecia dall’Africa e la Siria. Hotspot che stentano a partire, i ricollocamenti dei profughi sono al palo così come i rimpatri dei migranti, ci sono pochi controlli: queste sono le ragioni che hanno portato i leader Ue ad organizzare un vertice sulla crisi dei flussi migratori.
A pressare per l’istituzione di un’agenzia Ue di guardacoste e guardie di frontiera, che in casi di vulnerabilità dei confini agisca su comando di Bruxelles, contro la volontà di uno Stato, sono stati Angela Merkel e Francois Hollande. Il progetto sarebbe supportato anche dai presidenti di Commissione e Consiglio Ue Jean Claude Juncker e Donald Tusk. Quest’ultimo considera il progetto dei guardia frontiera un’ “idea molto controversa” ma il controllo delle frontiere è una “conditio sine qua non” di tutte le politiche migratorie. Molti paesi però non vedono di buon occhio l’ipotesi di cedere un pezzo della propria sovranità nazionale.
Il premier Matteo Renzi, ha definito surreale la procedura di infrazione per le mancate registrazioni delle impronte digitali nel sistema Eurodac e ha accusato la mancanza di impegno da parte degli stati membri per quanto riguarda i ricollocamenti. Renzi avrebbe evitato di criticare esplicitamente la Cancelliera tedesca ma ha esortato alla creazione di un’Europa più collegiale e più solidale, più attenta alla creazione di posti di lavoro che ai bilanci contabili. Angelino Alfano, anch’esso intervenuto al vertice di Bruxelles, ha criticato la procedura di infrazione: è “inspiegabile e irragionevole”.
Intanto prima del summit si è svolto un mini-vertice col premier turco Ahmet Davutoglu, Merkel, Faymann, Juncker, ed i leader di altri 10 paesi europei (Grecia, Belgio, Lussemburgo, Finlandia, Slovenia, Olanda, Svezia, e Portogallo). Principale obiettivo della riunione, organizzata su iniziativa di Vienna e Berlino, l’avvio di un meccanismo per il reinsediamento di rifugiati siriani ed iracheni dalla Turchia, per procedere con il piano d’azione per limitare i flussi in arrivo dal quel Paese. Ma le cifre rivelano che gli arrivi, a due settimane dall’accordo, continuano ad essere 4 mila al giorno.
E oggi si celebra la Giornata Internazionale del Migrante, istituita nel 2000 dalle Nazioni Unite. La data fu scelta per richiamare la Convenzione Internazionale sulla Protezione dei Diritti dei Lavoratori Migranti e dei Membri delle Loro Famiglie, adottata il 18 dicembre del 1990 dall’Assemblea delle Nazioni Unite.