Apparecchi vecchi e poco utilizzati, dati scoraggianti per la sanità in Italia

di Redazione

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Apparecchi vecchi e poco utilizzati, dati scoraggianti per la sanità in Italia

| venerdì 18 Dicembre 2015 - 13:26

Non solo disservizi e carenze organiche, la sanità italiana paga anche l’arretratezza delle sue dotazioni tecnologiche. È il risultato di un’indagine condotta dal Centro Studi Assobiomedica secondo la quale nel nostro Paese sono oltre 6 mila le apparecchiature di diagnostica per immagini obsolete.

Pessimo lo stato delle apparecchiature radiologiche come i mammografi convenzionali e telecomandati, come Pet (tomografia a emissione di positroni) , Rmn ( risonanza magnetica) e Tc (Tomografia computerizzata) che hanno visto un peggioramento dello stato di obsolescenza rispetto agli anni passati. Lo studio evidenzia che hanno un’età superiore ai 10 anni il 72% dei mammografi convenzionali, il 76% dei sistemi radiografici fissi convenzionali, il 66% delle unità mobili radiografiche analogiche e il 60% dei sistemi telecomandati convenzionali.

“L’indagine oltre a confermare il persistere di una grave situazione di invecchiamento del parco installato negli ospedali  registra un aggravamento del gap tecnologico con il risultato che l’Italia ha perso posizioni rispetto al ranking europeo dell’Ue 27 – spiega Marco Campione, Presidente dell’Associazione Elettromedicali di Assobiomedica – Il nostro Paese, rispetto all’Europa di riferimento, esistono troppe apparecchiature per abitante, troppo vecchie e troppo poco utilizzate. È urgente investire in innovazione di qualità, anche per mezzo della dismissione di tecnologie obsolete”.

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