La ripresa economica della “zona euro” sta portando una crescita diffusa dei posti di lavoro. I Paesi primi in classifica sono Germania e Spagna. L’Italia resta invece al palo per quanto riguarda la crescita degli occupati. È quanto viene riportato dal bollettino economico della Bce.
L’Italia è fanalino di coda e il confronto appare sfavorevole rispetto a tutte le economie dell’Eurozona colpite dalla crisi del debito: non solo Spagna ma anche Portogallo, Irlanda e persino Grecia, dove si è verificato invece un aumento dell’occupazione “marcato”.
Sono la Germania e la Spagna le nazioni che sono cresciute di più e che hanno contribuito per quasi due terzi all’incremento complessivo del numero di lavoratori nell’Eurozona dal secondo trimestre del 2013, con apporti pari rispettivamente a 592.000 e 724.000 unità”. In Italia i posti di lavoro sono aumentati di appena 127.000.
In Italia, secondo la Bce, la crisi ha esercitato un impatto avverso ben più persistente sull’occupazione complessiva, che è rimasta pressoché invariata, in controtendenza rispetto all’insieme dell’area dell’euro e alle sue economie più piccole”. La crescita dell’occupazione che si è avuta in Italia negli ultimi due anni ha riguardato prevalentemente “posizioni a tempo parziale”, in pratica precari, laddove in media nell’area euro si è assistito ad una tendenza opposta: la crescita riguarda prevalentemente posti a tempo indeterminato.
Ieri il Centro studi di Confindustria ha pubblicato le previsioni per quel che riguarda il mercato del lavoro italiano: si avrà un aumento di circa 650 mila nuovi posti di lavoro nel corso del triennio compreso tra il 2015 e il 2017 e il tasso di disoccupazione nel nostro Paese dovrebbe scendere all’11,1%.