Qualcosa non va. Il rugby italiano viene da un weekend di sconfitte senz’appello nelle coppe europee, che fanno suonare per l’ennesima volta l’allarme. La Benetton Treviso, dopo una serie di partite perse di misura, ha stavolta subito una batosta durissima dai campioni di Francia dello Stade Français (17-50, con 5 mete francesi nel solo primo tempo). Le Zebre hanno perso in Challenge Cup a La Rochelle per 27-19, mentre Calvisano ha subito la terza sconfitta consecutiva di almeno 40 punti di scarto.
Rovigo e Mogliano, invece, sono state protagoniste nel weekend di sconfitte a dir poco storiche. I rodigini hanno perso in casa del Timisoara (campione di Romania) mentre il Mogliano ha perso in casa contro l’Heidelberg (campioni di Germania).
Nel primo caso, la squadra rumena (che può contare su diversi nazionali visti al mondiale) ha letteralmente surclassato il Rovigo, che ha perso 45-13 e dimostrato di non essere minimamente in grado di reggere il confronto.
Il secondo caso è una prima volta assoluta: quella di ieri è la prima vittoria di una formazione di Bundesliga in ambito europeo, al primo anno di partecipazione ad una coppa europea (la Qualification cup – la terza coppa – esista solo da due anni, ndr.).
Le coppe europee mai come quest’anno stanno mostrando quanto il nostro rugby sia sempre più lontano dai vertici per programmazione sportiva e manageriale e quanto le nazioni un tempo inferiori a noi ora ci siano davanti (come il Giappone) o molto vicine (come Georgia e Romania). Le squadre professionistiche sono troppo deboli per la massima coppa (la Champions Cup) e le squadre di Eccellenza (“abbandonate” dopo il salto in Pro12) sono ora di pari livello alle squadre di nazioni emergenti del rugby europeo.
Il traino della nazionale, per quanto necessario, ormai non basta più: ci vuole una scossa, vera, prima che sia troppo tardi.