“Che tutti abbiano un lavoro, una terra e un tetto sulla testa“. È questo il messaggio del Santo Padre in occasione della Giornata mondiale sulla Pace (prevista il 1° gennaio 2016).
“Desidero, in quest’Anno giubilare – afferma Papa Francesco – formulare un pressante appello ai responsabili degli Stati a compiere gesti concreti in favore dei nostri fratelli e sorelle che soffrono per la mancanza di lavoro, terra e di di una casa”.
“Penso – continua il Pontefice – alla creazione di posti di lavoro dignitosi per contrastare la piaga sociale della disoccupazione, che investe un gran numero di famiglie e di giovani e ha conseguenze gravissime sulla tenuta dell’intera società. La mancanza di lavoro – rimarca papa Bergoglio – intacca pesantemente il senso di dignità e di speranza, e può essere compensata solo parzialmente dai sussidi, pur necessari, destinati ai disoccupati e alle loro famiglie”.
“Un’attenzione speciale – chiede ancora il Papa – dovrebbe essere dedicata alle donne, purtroppo ancora discriminate in campo lavorativo – e ad alcune categorie di lavoratori, le cui condizioni sono precarie o pericolose e le cui retribuzioni non sono adeguate all’importanza della loro missione sociale”.
Papa Bergoglio, inoltre, lancia un messaggio chiaro alle Nazioni più ricche del mondo: stop alle guerre, cancellare il debito dei Paesi poveri e una cooperazione non condizionata da dittature ideologiche, che rispetti i valori e non leda il diritto dei nascituri alla vita.
Il Papa, inoltre, torna a parlare del delicato tema relativo alla pena di morte: “Là dove essa è ancora in vigore deve essere abolita considerando anche la possibilità di un’amnistia”.
Un tratto saliente dell’appello di Bergoglio è quello dedicato ai migranti: “Vorrei rivolgere un invito a ripensare le legislazioni sulle migrazioni, affinché siano animate dalla volontà di accoglienza, nel rispetto dei reciproci doveri e responsabilità, e possano facilitare l’integrazione dei migranti. In questa prospettiva, un’attenzione speciale dovrebbe essere prestata alle condizioni di soggiorno dei migranti, ricordando che la clandestinità rischia di trascinarli verso la criminalità”.
Alla fine del suo appello il Santo Padre rivolge un augurio a tutti i fedeli: “Non perdiamo la speranza che il 2016 ci veda tutti fermamente e fiduciosamente impegnati, a diversi livelli, a realizzare la giustizia e operare per la pace. Sì, quest’ultima è dono di Dio e opera degli uomini. La pace è dono di Dio, ma affidato a tutti gli uomini e a tutte le donne, che sono chiamati a realizzarlo”.