Sei provvedimenti di fermo sono stati eseguiti dai carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Palermo nell’ambito dell’operazione “Torre dei diavoli”. Le misure sono state emesse dalla Dda, nei confronti di persone accusate a vario titolo di omicidio, tentato omicidio, associazione mafiosa e reati legati al possesso di armi.
Gli arrestati sono: Giuseppe Greco, Domenico Ilardi, Gabriele Pedalino, Francesco Urso, Lorenzo Scarantino, Natale Gambino.
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Le indagini riguardano la famiglia mafiosa di Santa Maria di Gesù e avrebbero svelato il coinvolgimento della cosca nell’omicidio di Salvatore Sciacchitano e nel ferimento di Antonino Arizzi, avvenuti a Palermo il 3 ottobre scorso.
C’è anche uno dei sette ergastolani condannati e poi scagionati dal processo per la strage di via D’Amelio costata la vita al giudice Paolo Borsellino tra i sei fermati. Si tratta di Natale Gambino finito in cella insieme a Giuseppe Greco, già arrestato e condannato per associazione mafiosa. I due, intercettati, parlano esplicitamente del rinnovo dei vertici dell’associazione mafiosa
Dalle attività investigative è emerso anche che i vertici del clan venivano designati attraverso elezioni a cui partecipavano uomini d’onore, secondo una prassi di cui i pentiti hanno parlato negli anni ’80. Alcuni dei fermati sarebbero coinvolti nell’agguato a Sciacchitano, punito per aver partecipato, poche ore prima di essere ucciso, al ferimento di Luigi Cona, personaggio vicino a Cosa nostra.
Per decidere alleanze e candidature avevano scelto una sala da barba: è lì, nel cuore del feudo mafioso di Santa Maria di Gesù, che i boss si riunivano prima di dar via alle elezioni per il rinnovo dei vertici del clan. Dall’inchiesta, dunque, emerge il ritorno ai vecchi metodi di designazione dei capi, una sorta di “democratizzazione” criminale seguita agli anni di tirannia dei corleonesi di Totò Riina.