C’è un codice d’onore organico a Cosa Nostra che nessun arresto, condanna o faida interna, ha mai messo in discussione. Pratiche antiche diventate iconiche di una mafia che cambia solo superficialmente. Per dirla con Lo Voi: “I mafiosi operano un autoriconoscimento della loro appartenenza a cosa nostra, del territorio e delle regole che restano immutate”.
Ed è per questo che i “baci sulla fronte” dispensati al padrino Giuseppe Greco e ripresi dalle telecamere e dalle microspie degli investigatori palermitani non sorprendono affatto. Le indagini dei carabinieri che hanno portato allo smantellamento del mandamento di Santa Maria di Gesù mostrano una Cosa nostra tanto moderna quanto radicata alle tradizioni
Riti di devozione rispettati da tutti, anche da Salvatore Profeta, vecchio uomo d’onore scarcerato dopo il processo di revisione per la strage di via D’Amelio a Palermo, e finito nuovamente in carcere un mese fa. Il bacio in fronte era già stato documentato nell’inchiesta che aveva portato in carcere Profeta.
”Le intercettazioni effettuate nel corso di questa indagine danno un contributo eccezionale alla ricostruzione dell’organizzazione di Cosa nostra, confermando quanto finora era stato detto solo dai collaboratori di giustizia“, ha detto il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi.
Più volte nei discorsi “viene fuori l’obbligo di obbedienza al capo che viene definito ‘principale'”. Dall’inchiesta emerge la suddivisione in mandamenti e famiglie e il ruolo del capo, nominato elettivamente, del sottocapo, designato dal capo e, in caso di bisogno, del reggente.