“Fino ad ora abbiamo trovato tante bugie. Molte le novità, riscriveremo in parte i 55 giorni del sequestro”, sottolinea il presidente della Commissione Moro, Beppe Fioroni.
“Si può supporre la presenza in via Fani di due motociclette: occorre indagare in merito alla questione aperta e cruciale relativa al ruolo svolto dai loro passeggeri, in tutto quattro”.
Per la Commissione Moro, la vicenda della moto Honda, presente a via Fani il giorno della strage della scorta di Moro va riletta con ulteriore attenzione: “Una sentenza definitiva ha assunto che gli ignoti a bordo della moto Honda di cui parlò subito l’ingegner Alessandro Marini – si legge nella relazione di fine anno dell’organismo presieduto da Giuseppe Fioroni – si siano resi responsabili di tentato omicidio ai suoi danni”.
“Si può supporre, sulla base agli elementi raccolti fino ad ora, che una moto era presente nella parte superiore di via Fani, prendendo la fuga verso via Stresa, ed un’altra indugiò sul luogo dell’agguato”.
Potrebbero portare a nuovi risvolti gli elementi recentemente acquisiti sul caso. Elementi che potrebbero portare a rivelazioni dirompenti sui rapporti operativi tra le Br e la ‘ndrangheta. Lo segnala la relazione che fa il punto sul lavoro finora svolto dalla Commissione bicamerale che indaga sul rapimento dello statista democristiano.